La storia
Nazareno Strampelli era nato nel 1866 a Crispiero di Castelraimondo, una frazione di pochi abitanti sugli Appennini. Inizia dunque a studiare in una giovanissima Italia unita, si laurea in Agraria nel 1891 a Pisa e all’alba del XX secolo inizia i suoi studi sull’ibridazione del grano.
STRAMPELLI E MENDEL
Nel 1900 Strampelli non conosceva ancora Gregor Mendel. Del resto pochi a quell’epoca erano riusciti a dare il giusto peso agli studi di quel simpatico abate della Slesia, che nel 1965 aveva tenuto una serie di conferenze sui caratteri ereditari delle piante che nessuno aveva capito, mentre l’anno successivo aveva stampato quaranta libelli e li aveva inviati ai più famosi scienziati d’Europa ottenendo una sola risposta. Solo dal 1900 fu chiaro a tutti che le ricerche di Mendel avevano dato inizio a una nuova stagione della scienza. Nello stesso anno Nazareno Strampelli, osservando le piante di grano, aveva iniziato a intravvedere quelle conclusioni che Mendel aveva tratto osservando i piselli. Dal 1904 mise a punto un programma d’ibridazione del grano basato sulle leggi mendeliane per creare nuove varietà con migliori caratteristiche e rese. Fu una rivoluzione.
LA SUA RIVOLUZIONE
Fino allora la selezione avveniva solo all’interno delle specie, scegliendo gli esemplari migliori. Collezionò circa 250 grani da ogni parte del pianeta e creò circa 800 incroci e 65 varietà di grano, alcune delle quali furono definite “sementi elette”. Il primo successo fu il grano Ardito, evoluzione del Carlotta, che assieme al Mentana ha cambiato il modo di coltivare il grano tenero in tutto il mondo e fino ad oggi: per noi italiani, il più grande figlio delle sue ricerche, rimane il grano duro Senatore Cappelli.
L’INVENZIONE DEL GRANO CAPPELLI
Il marchese Raffaele Cappelli, deputato del Regno d’Italia, era stato uno degli artefici del trattato della Triplice alleanza. Appassionato di agricoltura, portò avanti la riforma agraria d’inizio Novecento. Nel 1907 ebbe l’intuizione di concedere a Nazareno Strampelli il permesso di eseguire i suoi esperimenti nei campi di sua proprietà vicino a Foggia, negli stessi anni in cui Strampelli doveva minacciare due volte le dimissioni per riuscire ad ottenere dallo Stato i campi su cui portare avanti le ricerche. Nel 1915 Strampelli completò il suo lavoro e rilasciò la varietà cui attribuì il nome di Cappelli, ormai divenuto Senatore. Sono passati esattamente 100 anni ed è ancora una delle migliori varietà al mondo anche sotto l’aspetto dei valori nutrizionali.
IL SUCCESSO E IL NOBEL MANCATO
Dal 1920 Benito Mussolini si recò più volte a visitare i suoi campi e ne fece l’arma principale della sua “Battaglia del grano”, il programma per far diventare l’Italia autosufficiente nella produzione. La battaglia fu vinta in pochi anni e le rese aumentarono del 50-60% grazie all’uso delle sementi elette. Il successo fu talmente grande che Mussolini lo nominò Senatore nel 1929. Strampelli, tuttavia, era così riservato e poco avvezzo alle celebrazioni che rispose alla nomina scrivendo al Duce: “Voglia tener presente anche le mie qualità assolutamente negative” e negli anni successivi partecipò poco alla vita politica.
Il grano com'era una volta
A partire dagli anni Settanta i grani di Strampelli sono stati via via sostituiti da varietà più proteiche che si adattano meglio alle lavorazioni industriali (come il Creso, ottenuto con mutazioni genetiche indotte dall’irraggiamento di raggi X e gamma): grani più bassi (così non si piegano) e con rese migliori, ma meno profumati e gustosi e sospettati di essere i responsabili del proliferare di celiachia e intolleranze al grano.
Per questo negli ultimi anni i grani antichi (come sono definiti quelli inventati da Strampelli) stanno vivendo una seconda giovinezza, soprattutto nei circuiti del biologico.
Le varietà oggi più diffuse (le prime cinque sono Simeto, Duilio, Ciccio, Arcangelo e Creso) sono tutte nate negli ultimi decenni per rispondere alle esigenze dell’industria alimentare che ha bisogno di farine forti, che possano essere lavorate velocemente e ad alte temperature per accorciare i processi produttivi. Rispetto ai grani antichi, infatti, i moderni presentano in primo luogo un indice di glutine molto più alto e sviluppano a impasti più elastici e resistenti agli shock termici.
Si può dire in un certo senso che i grani moderni sono nati con la creazione del grano Creso, che ancora oggi è la quinta varietà di grano più diffusa al mondo ed è alla base di molte delle più diffuse, tra cui l’Arcangelo. È considerato un fiore all’occhiello della ricerca italiana, utilizzato nei programmi di miglioramento genetico di Usa, Canada, Australia, Argentina e Cina e nei più importanti centri di ricerca internazionale.